Diciamo anche problemi dei baristi perché non si tratta di errori consapevoli però è una cosa molto ricorrente
Ho avuto un confronto con alcuni colleghi e tra le tantissime cose che si sono discusse queste sono quelle principali. Non li metto in ordine di importanza.
1. IL MENU’
Molto spesso i bar non hanno il menù, i baristi non lo utilizzano. Non si capisce come mai la stragrande maggioranza dei bar dei locali non ha il menù e se c’è spesso è vecchio magari risale a quando il bar ha aperto. Ne vedo moltissimi che non hanno il menù, né appeso al muro né comunque in bella vista né tanto meno sui tavoli.
2. I SOCIAL
Anche qui mi trovo d’accordissimo ed è una cosa molto comune. Spesso il barista non utilizza i social attivamente, cioè per diciamo crearsi un posizionamento, a se stessi e al suo locale grazie ai canali social che sono un mezzo gratuito che spesso utilizziamo solo passivamente ossia per farci gli affari degli altri ma non lo utilizziamo per veicolare quello che è il nostro prodotto, quello che è la nostra offerta e quello che è il nostro lavoro.
Quindi parliamo di Facebook e Instagram, i due principali; tra l’altro sul mio blog [QUI] trovi una guida dedicata che mi ha scritto la mia amica Simona Barbera. Una bella guida su come utilizzarli.
3. LA LAMENTELA
Una cosa molto ricorrente è la lamentela. La lamentela sul tempo, cioè: “io non ho tempo”. “Non ho tempo di fare nulla, faccio troppe ore”, ecc.
Lamentarsi sul tempo è un’altro grande errore anche se non si tratta di un errore verso il pubblico. E’ un errore sfruttarlo male, non ottimizzarlo.
Lamentarsi delle tante ore, che sono assolutamente tante le ore di lavoro e sono anche faticose, però questa lamentela del tempo è essa stessa una cattiva gestione del tempo, sia quello utilizzato lavorativamente che quello personale.
Questa cosa si lega al discorso appena fatto sui social per esempio quando si iniziano ad utilizzare i social presi dall’entusiasmo, si crea la pagina Facebook e a postare qualcosa e poi sistematicamente, dopo poco tempo si molla clamorosamente!
4. PULIZIA QUOTIDIANA DELLA MACCHINA
La maggior parte dei baristi è convinta che la pulizia della macchina non debba essere fatta giornalmente.
Invece è di vitale importanza mantenere l’attrezzatura perfettamente a posto perché ci permette di lavorare in qualità. Sfatiamo questi luoghi comuni che dicono che bisogna lasciare i residui di caffè, che non bisogna lavare la macchina spesso altrimenti si rovina, come che se si lava la macchina non si possono poi fare i caffè.
Facciamo un paragone: una padella o una pentola qualsiasi noi la possiamo pulire, lavare e sciacquare e riutilizzarla immediatamente. La stessa cosa funziona per le attrezzature e soprattutto per la macchina del caffè.
5. IL NERO
Ultimo punto, non per importanza ripeto, è quello un po’ più delicato. Creerò probabilmente un dibattito ma tra le tante cose che sono uscite da questo confronto, è che la maggior parte dei baristi è convinta che fare il nero li salverà!
Cioè considera l’incassare senza battere lo scontrino la sua salvezza. In tanti dicono addirittura che è ciò gli garantisce sopravvivenza. Questo punto è estremamente delicato, difficile da toccare anche in questo ambito però chiaramente nessuno accusa nessuno, vuole essere un diciamo così, una provocazione perché è un luogo comune.
Esce sotto traccia ma è una delle cose più ricorrenti quando si interrogano i baristi. Su questo non faccio commenti perché ripeto è un discorso molto delicato ma è una cosa sicuramente da considerare perché lo vediamo tutti i giorni dagli strumenti che ci vengono forniti, come lo scontrino elettronico, per combattere l’evasione quindi a fare in modo che le persone paghino e utilizzino sempre di più i mezzi digitali.
E’ una cosa su cui è inutile lottare perché è come lottare contro i mulini a vento. È un qualcosa che sta cambiando, cambierà e bisogna assolutamente adeguarsi. Cominciamo a ragionare diversamente e ad avere una forma mentis diversa, non prendiamola sul personale.
Il mondo va verso questa direzione e non ci possiamo fare niente, mettiamoci l’anima in pace, però studiamo, organizziamoci, lavoriamo per fare in modo che questi strumenti diventino un’opportunità e non un problema.
Un abbraccio,
Matteo