Il nostro mondo si divide in due parti. Alla prima appartiene il 99% dei baristi. E tu, da che parte vuoi stare?
Faccio una riflessione su un articolo molto interessante uscito su Repubblica, quindi una testata anche abbastanza importante.
Questo articolo ha fatto sostanzialmente il mazzo al nostro mondo, al mondo del caffè; accusando un po’ tutto il nostro settore, tutta la filiera e devo dire che mi trova sono sostanzialmente d’accordo perché c’è bisogno, ogni tanto, di qualche tirata d’orecchio. Di qualcosa che ti… diciamo così, faccia pensare a determinate cose.
Questo articolo tocca dei nervi scoperti, e sicuramente la domanda da farsi è: perché? Perché ci arrabbiamo così tanto? Perché reagiamo d’istinto e diciamo: “ma come ti permetti?”, “ma questo cosa ne sa?”. E incominciamo la tiritera.
Se parliamo del nostro mondo, del mondo del bar e del barista, di quella che è l’attività del barista possiamo dire senza paura di essere smentiti che è faticosa, difficile, estremamente dura. E questo articolo ha sollevato alcune criticità: sul lavoro, sugli stipendi, sui contratti, su questo mestiere che non viene assolutamente valorizzato.
Questo articolo mi ha fatto riflettere sostanzialmente su una cosa: il mondo in generale ma soprattutto il nostro mondo, si divide in due parti: immagina una torta dove nel 99% di questa torta ci sono le persone che si lamentano, che lamentano la fatica, che devono stare in piedi tutto il giorno, che il lavoro è difficilissimo, che non c’è soddisfazione, che non si guadagna abbastanza, che non si trova personale…
Tutto vero! Il mestiere del barista, lo dico sempre, è un mestiere da eroi! Abbiamo a che fare con la gente tutto il giorno, le persone che ti assorbono le energie. Bisogna avere sempre il sorriso (o almeno bisognerebbe), essere sempre dinamici, attivi; si sta in piedi un sacco di ore, si fa un sacco di fatica; tutto assolutamente vero!
Ma c’è una sostanziale differenza tra chi reagisce in un certo modo a queste cose ossia lamentandosi e continuando a dare la colpa al mondo esterno, e tra chi invece, l’1%, fa la differenza.
Si prende le proprie responsabilità, fa le cose con passione, si forma, continua a rimanere aggiornato e dà valore a questo mestiere e quindi a tutta la filiera. Quindi la domanda è: Tu da che parte vuoi stare?
Serve lamentarsi continuamente di tutte queste cose? È vero, non si trova personale. Sì, ci sono tanti giovani che non hanno voglia di fare niente e che pensano di fare quattro soldi, anzi di fare soldi con quattro foto su Instagram e diventare Influencer. Assolutamente vero ma anche in questo caso c’è un 99% di persone che ragiona in un modo e c’è l’1% di ragazzi giovani diversi.
Ti posso garantire che ce ne sono tanti, perché li ho conosciuti e ci parlo tutti i giorni con i baristi. Di qualsiasi categoria. Mi confronto con una marea di persone e c’è anche una parte di giovani e di persone che hanno voglia di imparare questo mestiere, che hanno voglia di farlo anche se non sarà quello il lavoro della loro vita
Ci sono persone che lo vogliono fare nella maniera giusta e vogliono imparare qualcosa ma che dall’altra parte hanno bisogno trovare un datore di lavoro che a sua volta si forma, impara, si aggiorna e gli insegna qualcosa. Imprenditori che non danno soltanto lo stipendio e ancora grazie magari anche con un contratto poco chiaro.
Servono datori di lavoro che danno valore alle persone, che danno qualcosa che non è solo materiale, che trasmettono la passione per un mestiere. Senza la paura di far fare formazione ai dipendenti e che questi si aprano poi il loro bar”.
Beh, io dico magari! Se ti succede una cosa del genere devi essere orgoglioso! Perché significa che questa persona da te ha preso il meglio e se se ha deciso di fare la sua strada tu devi esserne orgoglioso.
Quindi sostanzialmente questa torta è divisa in due. Tu da che parte vuoi stare? Io voglio stare dalla parte dell’1%.
Sto costruendo corsi, percorsi anche e soprattutto digitali (che è una cosa un po’ atipica nel nostro mondo. E’ difficile ma continuo a lottare perché i baristi e gli imprenditori si formino e continuino ad aggiornarsi, a rimanere attivi e soprattutto che abbiano una mentalità, un mindset, positivo.
Che abbiano il mindset giusto per fare questo mestiere che è difficile e ha bisogno di un’attitudine particolare su cui bisogna lavorare sempre.
Io voglio stare dalla parte dell’1%, tu da che parte vuoi stare?
Un abbraccio,
Matteo